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Sant'Angelo di Brolo e le isole eolie

Sant’Angelo di Brolo

PREMESSA STORICA

Sant’Angelo di Brolo, ridente cittadina dei Nebrodi, fu fondata da Ruggero d’Altavilla nell’XI secolo. Terra consacrata all’Arcangelo S. Michele, fu la terza Abbazia della Sicilia, nota come la “piccola Palermo”. La sua storia si può rileggere  percorrendo vicoli e scalinate del centro storico o le regie trazzere che si snodano tra le verdi borgate dove si intrecciano arte, cultura, tradizione popolare e affascinanti scenari naturalistici di straordinaria bellezza.

 Gli itinerari proposti, di natura culturale, archeologica, religiosa, ambientalistica e gastronomica, consentono di scoprire le vestigia di torri saracene e castelli medievali, superstiti mulini ad acqua, le antiche abbazie e i vetusti chiostri dagli austeri colonnati, le artistiche architetture e gli elaborati ricami sui portali delle 43 chiese che punteggiano il territorio. E’ possibile ammirare le inestimabili opere d’arte e gli affreschi custoditi nelle splendide basiliche barocche, dai gruppi marmorei del Laurana e di bottega gaginiana, dalle tele del Tommasi da Tortorici ai quadri di Gaspare Vuzzano e dello “ Zoppo di Gangi”; dagli organi del  celebre Annibale Lo Bianco alle sculture di fattura catalana, dai crocefissi lignei di Fra’ Innocenzo da Petralia alle barocche pitture del  celeberrimo Antonio Catalano, detto il “ Raffaello siciliano”. 

E’ d’obbligo visitare i musei: quello d’arte sacra, che custodisce il tesoro dei monaci Basiliani, costituito da argentei manufatti, cesellati da abili argentieri (come i celeberrimi Vincenzo d’Angioia e Filippo Juvarra), al museo degli Angeli, unico in Europa, che offre originali interpretazioni dei migliori artisti italiani. 

 Il paese è noto, inoltre, per la sua rinomata gastronomia collegata, in particolare, al famoso salame Sant’Angelo e ad una fiorente pasticceria di estrazione araba tra cui i prelibatissimi “buccunetti”, composti con la polpa della zucchina lunga candita e ricoperti con glassa di  zucchero, e i “ ‘nzuddi”, preparati con pasta di mandorle e nocciole, la cui storia presenta rimandi culturali che affondano le origini negli ancestrali culti agresti nel periodo pre-cristiano della civiltà contadina che soleva ritualizzare le celebrazioni in onore di Demetra, dea della fecondità e della terra. La conservazione di tali prodotti dolciari, unici in Sicilia, si deve all’opera  effettuata delle Suore Clarisse che ne hanno trasmesso la memoria sino ad oggi.  

La vasta gastronomia locale, che affonda le proprie radici nella  cultura dei popoli che hanno dominato la vallata (arabi, normanni, bizantini, svevi, spagnoli),  propone una cucina caratterizzata da originali ricette contadine, tra le quali svetta la produzione del salame “S.Angelo”, affidata alle mani sapienti dei Maestri salumai, la cui tipicità viene riproposta in occasioni delle numerose sagre e fiere che si svolgono in corso d’anno, con spettacoli e degustazioni ( la “Sagra della nocciola” e la “ Fiera del salme e prodotti tipici agroalimentari sciliani” giunta alla 19° edizione).  Inoltre, un caleidoscopio di attività e manifestazioni culturali, sportive, ricreative e   rievocazioni storiche in costume medievale, festività cristiane, rituali pre-cristiani, riti magico-religiosi e leggende viene offerto al visitatore in giro per il territorio cui si consente di assistere alle folkloristiche processioni e feste di borgata.   

  Vengono proposti i seguenti itinerari:

1)-  ITINERARIO CULTURALE-STORICO-ARTISTICO;

2)-  LA  VIA  DEI  MUSEI;

3)- ITINERARIO CHIESASTICO;

4)- ITINERARIO NATURALISTICO ( TOUR DEI SITI MEGALITICIAREE D’INTERESSE ARCHEOLOGICO ); 

5)- TOUR  GASTRONOMICO

           ITINERARIO CULTURALE-STORICO-ARTISTICO

Il percorso si snoda attraverso le borgate, con una puntata al centro urbano, e propone la visita alle 43 chiese costruite sul territorio, ai residui conventi e austeri chiostri, ai museo degli Angeli e d’Arte Sacra, alle superstiti torri medievali e agli ultimi esempi di mulini ad acqua, per finire ai palazzi baronali e teatri settecenteschi che dipingono la storia e la ricchezza culturale, economica, sociale che ha caratterizzato il paese definito, già nel XVIII° sec. “ la piccola Palermo” . 

Tra i siti  di particolare valore storico e architettonico si annotano:

                  IL TOUR DEI CASTELLI NORMANNI

 Sparsi sul territorio di Sant’Angelo, allocati negli antichi borghi ed ex “casali” saraceni, numerose torri di fabbricazione normanna, i cosiddetti “dongioni”. Questi, in epoca feudale abbastanza numerosi (circa 20), fungevano da dimora dei baroni e dignitari e, nel contempo, da torri di avvistamento a difesa della popolazione, ormai affrancata dal dominio musulmano, soggetti alle frequenti scorrerie del “saraceno sciame” nell’entroterra nebroideo, tra i quali il pirata Ariadeno Barbarossa.

Tra queste si distinguono:

1) “KALHAT”: CASTELLO Medievale – XI° sec.

Il Castello sorto in località Piano Croce, è di chiara impronta bizantina ma denuncia i successivi rimaneggiamenti avvenuti sotto la dominazione araba e normanna, prima di essere abitato da svevi e spagnoli. Fu sede nel 1600 del Governatorato e dimora di nobili famiglie santangiolesi e spagnole (Amato, Angotta, Caldarera, Taviano). Il complesso fortilizio, che si sviluppa su tre piani ( granaio, alloggiamenti e torre di osservazione), è caratterizzato da un’ampia merlatura e provvisto di saettiere, caditoie, ponte levatoio, cinta e mastio. 

 Alla torre è annesso un palazzo baronale, risalente al XVI°-XVII sec., dalla inusitata, austera bellezza. Il prospetto principale in pietra arenaria appare riccamente scolpito e presenta motivi ornamentali, antropomorfici e zoomorfici, con ampie volute e d una sontuosa scalea. Il manufatto, cui si associa un ampio cortile ed una chiesetta che custodisce le spoglie mortali di Monsignor Caldarera, si inserisce in uno splendido scorcio paesaggistico di lussureggiante bellezza, posto lungo la S.P: Piraino- S.Angelo. 

2) TORRE  NORMANNA  ( C/DA S.MARTA).

Dalla Torre di KALHAT,  percorrendo una strada torrentizia, si giunge in c/da Santa Marta dove permane ancora una delle tanti torri che, in epoche passate, avevano punteggiato il territorio. Il manufatto, a pianta quadrata si erge su tre piani e presenta ancora i tratti salienti dell’architettura tipica dell’ epoca normanna. A tergo, fa sfoggio di se una bella chiesetta in pietra, del secolo decimosesto, dedicata a S.Marta, al cui interno si conserva una magnifica tela col ritratto della Santa Patrona.

Il luogo assolato e punteggiato dai purpurei tetti delle vetuste casette che spuntano tra i filari di vigne e le argentee chiome degli ulivi, costituisce un quadretto idilliaco di estrema bellezza compositiva che ispira i visitatori.   

3)DONGIONE  DI  CONTRADA MADDALENA

Dalla torre di c/da S.Marta il percorso prosegue sino alla florida borgata di c/da Maddalena, dove si perviene solcando una rotabile incastonata in una lussureggiante vegetazione punteggiata da antichi casolari, vigneti, uliveti, boschi di querce e noccioleti.  Sulla sommità di un ameno poggio, troneggia un magnifico “dongione” adagiato a tergo di un’antica chiesetta del sec XVI°.- Dal volto austero, la torre si staglia tra la vegetazione in tutta la sua superba imponenza.  Il borgo di incomparabile bellezza, ispiratore di nobili sentimenti e poesia, è solcato dalle azzurre e cristalline acque del torrente “S.Angelo” che da vita ad un quadro idilliaco degno dei migliori pittori ottocenteschi.  Il racconto visivo è interrotto dalla artistica, fragile presenza di un ponte ligneo posto accanto all’austera  chiesetta che giace all’ombra di una silente quercia secolare, di grandiose proporzioni (catalogata da Lega Ambiente tra i più antichi esemplari di Sicilia). 

4) TORRE DI GESU’ E MARIA e “ ROCCA ‘U BANNU”

Ad un tiro di schioppo dalla c/da Maddalena, si erge la torre di c/da Gesu’ e Maria che, dalla lettura visiva delle sue strutture, dalle modanature e stilemi, ricalca il modello delle precedenti torri costruite e disseminate sul territorio durante la dominazione normanna. Altèra, nella sua imponenza, si staglia sopra i circostanti casolari e gli assolati  vigneti a perpetuare le vicende storiche che videro l’antico borgo, in epoche lontane, palpitante di  vita, di storia, testimone di umane vicende intrise di laborioso lavoro.    

Salendo lungo il pendio, a pochi passi da quest’ultima, su un leggiadro sito posto a ridosso dell’ex “casale di Anzan “ di moresca memoria, circondato da un alone di mistero, svetta un imponente megalite chiamato dagli arabi, nel secolo decimoprimo “ Rocca ‘u bannu”, ovverosia rocca dei bandi, altura dalla quale venivano banditi gli editti ed i proclami che riguardavano la primitiva colonia greca assoggettata al dominio musulmano.

5) PALAZZO TURRITO DEI BARONI FERRAU’ di C/DA CANCELLO 

A pochi passi, nella limitrofa c/da Cancello, fa bella mostra un antico palazzo nobiliare, appartenuto ai baroni Ferraù, incastonato nelle rigogliose balze coltivate a noccioli e castagneti.

La sua forma quadrata e la tenebrosa ma ardita possanza, rileva l’epoca di costruzione del maniero, costruito intorno al 1800 ricalcando antichi stilemi costruttivi che richiamano l’influsso della cultura gotico-normanna. La costruzione, circondata da antichi casolari e rigogliosi vigneti, risulta particolarmente appetibile dai turisti richiamati dalle caratteristiche archetipiche e dalla superba bellezza del  luogo in cui essa si inserisce, utile premessa per un itinerario tra natura e relax. 

                         LA  VIA  DEI  MUSEI

1) Il MUSEO DEGLI ANGELI .    

Il paese si caratterizza anche per la presenza di alcuni musei di particolare interesse storico e artistico. Tra questi si elencano:

Ubicato all’interno dell’ex monastero dei frati Minori Osservanti della regola di San Francesco, oggi ristrutturato e riadattato a museo, adagiato sopra l’artistico, austero colonnato, è l’unico esemplare in Italia per la collezione iconografica che informa sulla realtà delle angeliche presenze e del Loro rapporto con Dio e gli uomini. Custodisce una pinacoteca con variegate opere di valenti e celebrati artisti italiani avente come tema le  “Angeliche presenze”. 

2) MUSEO D’ARTE SACRA ( TESORO DEI BASILIANI ).

 Il Museo espone preziosissime testimonianze dell’arte orafa e degli  arredi dei monaci Basiliani dal 1300 al XVIII sec. Presenta una ricca collezione di paramenti sacri e ricercate sete, lavorate a filigrana, argento e oro, impreziositi da gemme e pietre preziose (stole piviali,mante, mitre, etc.). E’ esposta, anche, una notevole serie di argentei manufatti, espressione dell’arte orafa siciliana dai primi dell’ XIII sec. al XVII sec., rappresentata da ostensori, incensieri, navette, turiboli, etc. di valore inestimabile. Alcuni sono opere del celebre argentiere messinese Filippo Juvarra, architetto cui si deve la costruzione del palazzo Stupinigi e delle Scuderie reali della Reggia di Torino, e del celebre incisore Vincenzo d’Angioia  vissuto nel XVII sec..    

  Tra le STRUTTURE di prossima realizzazione si enumerano:

1)- Il MUSEO ETNO-ANTROPOLOGICO di Piano Croce da  collocare nel castello;

2)- Il MUSEO DELLA MEMORIA da collocarsi nell’ abbazia dei Frati Minori Osservanti, per la raccolta dei reperti storico-artistici e manufatti, utilizzati nella pratica quotidiana in contesti agresti e artigianali.

                             ITINERARIO CHIESASTICO

  S.Angelo, un tempo, veniva denominato enfaticamente il paese delle “100  chiese“perché numerose erano le strutture chiesastiche e i templi che insistevano sul territorio. Delle primitive strutture ne sopravvivono 43 ( urbane e rurali). Tra le principali si annotano:

1) CHIESA  DI  S. DOMENICO

Annessa al convento dei frati Predicatori (Ordine dei Domenicani) la chiesa, ad unica navata, fu edificata nei primi del 1500. Sotto il pontificato di Pio IV, nel 1563, fu concessa all’abate basiliano Bologna che destinò il convento allo studio dei novizi, luogo elettivo di istruzione e gabinetto di retorica. Si caratterizza per un ampio portale con architrave in pietra arenaria provvisto di eleganti modanature a torciglione e motivi geometrici. Il prospetto è incorniciato da piramidi e formelle decorate. Sulla trabeazione del portale svetta una nicchia a conchiglia che ospita l’artistica  statua di S.Domenico, in marmo bianco.

Nel 1701,  durante il priorato di fra’ Bonaria, furono arabescati e affrescati in oro zecchino i pilastri, le arcate,i muri e la volta dell’arco trionfale. Archi in pietra con formelle in oro, ospitano pregevoli tele che raffigurano scene della Natività, S. Rosa da Viterbo del Tommasi da Tortorici  ed il “Martirio di S.Stefano “ di Joseph La Greca Monti, pittore romano vissuto nel XVI sec.

Il tempio conserva importanti statue tra cui un gruppo ligneo dorato, del 1600, con la Madonna e San Simone Stock, una statua di S. Papino e una di S.Rosalia. Conserva, inoltre pregevoli opere di ispirazione spagnola di eccelse qualità artistiche e stilistiche  Un crocefisso del 1600, a dimensione umana, troneggia accanto ad una lapide che ricorda la morte (1643 ) della nobildonna Sinforosa Amato, moglie del Governatore don Bernardo Amato, Giudice di Catania della Gran Corte e del Concistoro. Un ampio arco in pietra decorato in oro zecchino, valorizza le decorazioni  a stucco di Aloisio Piscott, del 1779, allievo del celebre stuccatore Giacomo Serpotta. Un coro ligneo e due artistici sarcofaghi, in marmo policromo,  conservano le spoglie dei nobili coniugi  Maria Amato e Giovanni Angotta (1642).

2)CHIESA E CHIOSTRO  DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI

La chiesa, ad unica navata, edificata nel 1596, è preceduta da un coreografo prostilo con colonne rastremate in pietra arenaria. Ha pianta ad aula e soffitto a capriate. Nella prima cappella troviamo il fregio dei Cavalieri di Malta e la venerata, miracolosa statua del Crocifisso di Fra’ Innocenzo di Petralia del 1644. La scultura, inserita su sfondo pittorico del  Golgota, crea un’affascinante composizione ricca di pathos. Nelle nicchie laterali custodisce un Ecce Homo e una scultura di Santa Rosalia.

La cappella attigua, a volta lunettata, conserva una statua lignea della Madonna col Bambino, esempio di arte locale e la più raffinata scultura dell’Immacolata databile al sec.XVII,  decorata in oro, dalla plasticità  vivace e realistica. Sull’altare maggiore spicca una grande tela seicentesca di Antonio Catalano “ Il vecchio”, con Santa Maria degli Angeli, San Francesco e altri Santi francescani. Attiguo alla chiesa è il chiostro con un artistico  colonnato su cui, un tempo, si ergevano le celle dei Minori Osservanti.

Di recente ristrutturato, il complesso monumentale ospita il Museo degli Angeli, unico in Europa. 

3)  MONASTERO DELLE CLARISSE                 

Il Monastero, costruito nel 1640, ospitò per alcuni secoli le monache di Santa Chiara che, in virtù della munificenza della nobile Teresa Basile, poterono istituire un asilo infantile ed un attivo educandato, contribuendo alla crescita culturale della popolazione giovanile e allo sviluppo sociale e religioso della comunità santangiolese.

La pia istituzione si è concretizzata quale autentico veicolo delle tradizioni gastronomiche, dell’artigianato tessile, nonché della storia e della cultura che caratterizzarono il paese nei secoli scorsi. Condotto per decenni dalle suore di Nostra Signora al Monte Calvario, l’edificio mantiene le caratteristiche architettoniche, Presenta un agile portale e stipiti in pietra arenaria, arricchito da un bell’ architrave su cui si erge lo stemma francescano (braccia incrociate del povero e del ricco). Nell’atrio campeggia il busto dell’ illustre Senatore Emanuele Basile opera dello scultore Gabriele Merenda. Destinato a Palazzo della Cultura, è sede di convegni e  manifestazione di interesse culturale ed artistico.

4)  EX CHIESA CONVENTUALE TEATRO COMUNALE “ A.Saitta”

Un tempo chiesa conventuale delle monache clarisse, è attiguo all’ annesso monastero ( XVII sec). Fu destinato a teatro ai primi del 1900. Provvisto, un tempo, di artistici palchetti in legno lavorato ad altorilievi, fu rimaneggiato e sfrondato delle decorazioni che lo caratterizzavano dall’ artistica composizione. Della primitiva impronta, conserva il soffitto in legno a cassettoni di eccellente forgia artistica, scolpito a formelle ottagonali e impreziosito dalla presenza di putti e motivi floreali. Il teatro, sin da primi del’ 900, è stato culla di manifestazioni teatrali di rilievo ed ha ospitato compagnie e filo-drammatiche di prestigio. 

5) ABBAZIA DEI FRATI MINIMI PAOLOTTI . 

Ex chiesa conventuale dei Frati Minimi Paolotti è ad unica navata. Presenta un portale rinascimentale con timpano, volute e artistiche decorazioni impreziosite con motivi floreali. Arricchita dalla filantropia di nobili e aristocratiche famiglie del XVI-XVII sec. conserva pregevoli opere d’arte tra cui statue marmoree di scuola gaginiana e tele settecentesche di finissima fattura. Annesso alla chiesa un artistico, cinquecentesco campanile facente parte del chiostro ormai scomparso.

6) ABBAZIA BASILIANA DI  SAN MICHELE ARCANGELO

Il Monastero dei Basiliani fu costruito intorno all’ XI sec., secondo lo storico Fazello, dal Conte Ruggero d’Altavilla venuto a liberare la Sicilia alla testa dei guerrieri normanni. Eretto, come vuole la leggenda, in ringraziamento dell’ Arcangelo S.Michele per aver favorito, con la Sua celeste apparizione, la sconfitta dei Saraceni nella ” battaglia delle tre fontane”, dell’antico convento rimangono il portale, il chiostro e il campanile della chiesa a guglia ottagonale rivestita da piastrelle di maiolica  Fu sede di una dieta basiliana.

7)CHIESA MADRE DI  S.MARIA.

La basilica, in origine in stile romanico, dopo ripetuti  rimaneggiamenti, si presenta in stile cinquecentesco, dotata di un bel portale in pietra arenaria riccamente intagliato a motivi antropo/zoomorfici. La struttura è a croce latina con tre navate e volta a crociera. Al suo interno ospita pregevoli opere d’arte tra le quali tele del pittore Tommasi da Tortorici, altre di ispirazione caravaggesca, copie del Reni, pale d’altare e argentei tabernacoli di scuola palermitana.

8)  CHIESA SS. SALVATORE

Il tempio, di recente restaurato, ospita il Museo di arte sacra che custodisce il Tesoro dei monaci Basiliani, dai primi del XI° sec. al XVIII° sec. Si ammirano inestimabili e artistiche opere finemente cesellate in argento, tra cui ostensori, patene,incensieri, turiboli, etc. ed una  serie di arredi sacri appartenuti agli abati basiliani tra cui mitra, piviali, mante, in oro, corallo e filigrana intarsiati con gemme e pietre preziose.    

Tra le altre chiese sono degne di attenzione anche le seguenti:

09) –  SS. FILIPPO E GIACOMO

10) –  S.NICOLO’

11) –  S.MARIA DEL LUME e  GIARDINO

12) –  ANNUNZIATA e  SOCCORSO

                          ITINERARIO NATURALISTICO

TOUR DEI SITI MEGALITICI E AREE D’INTERESSE ARCHEOLOGICO 

Il PERCORSO NATURALISTICO si svolge tra sentieri e  regie trazzere che si incuneano nel patrimonio boschivo e fluviale  ove insistono ancora superstiti mulini ad acqua ( mirabili opere di ingegneria fluviale costruite dagli Abati basiliani).

Percorsi destinati ad essere attrezzati con staccionate, sedili, tavoli lignei, barbecue, laghetti animati con specie acquatiche, integrati con i ” Sentieri vita ( o della salute )“ che prevedono il posizionamento di attrezzi ginnici lungo il fiume, adatti alla fruizione da parte di giovani, sportivi, anziani e comitive. Nell’ambito del TOUR DEI SITI MEGALITICI, la tradizione orale ricorda  singolari leggende del corredo culturale incardinate nella tradizione popolare.

Esse affermano la presenza di numerosi luoghi di culto ove le primitive comunità svolgevano i riti propiziatori all’interno di vetuste feste pagane in onore dei propri dei (Demetra) e i rituali della fertilità a valenza magico-esoterica.

 All’interno di questo itinerario si ricordano i più caratteristici :

1) LA VIA DEI MULINI.

 Dalla c/da Rinaloro, si parte alla scoperta dei residui mulini ad acqua che sopravvivono all’attività deleteria del tempo ed all’incuria degli uomini. I mulini, in numero di 6 ( dei primitivi 12), sono dislocati lungo il corso del torrente S.Angelo. Detti mulini, autentici impianti di ingegneria fluviale, furono costruiti e gestiti dagli Abati basiliani del monastero di S.Michele Arcangelo che, già dall’ XI° sec., erano giunti in Sicilia per cristianizzare la popolazione.

 I Padri basiliani  diedero vita in paese ad un vasto impero economico basato su una fiorente attività di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura, risorsa primaria del territorio.

Il tragitto, passando per c/da S.Antonino (vi operavano due mulini), prosegue lungo il torrente la struttura ”S.Angelo” sino al ponte Annunziata dove permane l’antica struttura di un pregevole mulino in pietra. Il manufatto consento una rilettura in chiave culturale, architettonica ed economica, delle consuetudini, costumi, usanze dietetiche e modi di vivere delle popolazioni del tempo.

Lasciando la strada, ci si inerpica lungo il sentiero che costeggia il torrente per giungere alla c/da Pozzo Danile ( sede di una comunità ebraica risalente al tempo della Diaspora), dove esistono i resti di alcune strutture similari, per giungere in c/da Ponte Santa ove, in un suggestivo scorcio di paesaggio prospetta un antico passaggio doganale del ‘600 alla fine di un imponente ponte in pietra, e la presenza di tre magnifici esemplari di mulini ad acqua, inglobati in una florida vegetazione che assistono silenti allo scorrere del tempo e della storia. Si confermano quali autentici percorsi didattici per scolaresche e istituti. 

2)TESORO DI MONTE CASTELLUCCIO

La leggenda del Tesoro di Castelluccio racconta di un famoso Sultano di Costantinopoli ( il Saladino)  il quale affermò che la Sicilia sarebbe rimasta sempre povera  sino a quando non  fosse  stato  dissotterrato il tesoro della montagna di Castelluccio, su cui si ergeva il castello del Conte Tigrasso nelle cui viscere era stato sepolto un ingente tesoro frutto di razzie e commercio con le genti moresche.

Percorrendo la trazzera che proviene da Piraino, tra ombrosi boschi di cedui, avviluppati dagli intensi odori di ginestra, si giunge sulla sommità del monte Castelluccio, sul versante nord del paese, dove permangono i resti di un castello normanno, abitato nell’XIII° sec. dal Conte Tigrasso, ritenuto a buon diritto il più ricco tra i nobili normanni sotto il regno di Guglielmo il Buono, celebre per aver opposto rifiuto al Re di finanziare una Crociata per la liberazione del Santo Sepolcro.

Allo scopo di conquistare l’ingente tesoro di cui si favoleggiava, il castello venne assediato e distrutto dai guerrieri di re Guglielmo.  Leggenda narra che il favoloso tesoro sia stato oggetto di un portentoso incantesimo e, pertanto, rimanga nascosto alla vista dei numerosi cercatori che, nei secoli, hanno organizzato invano campagne di scavi effettuati per saggiare il pendio alla ricerca del mitico tesoro. La fantasia popolare racconta vicende di cercatori del tesoro protagonisti di terrificanti esperienze a contatto con demoni e presenze diaboliche.

3) Il MENHIR  di “ Pietra Zita”

Incastonato in un ombroso boschetto di querce a 700 s.l.m., in c/da Zifrò, immerso nei profumi della natura e nel lussureggiante paesaggio, si erge un monumentale monolite denominato “Pietra ‘Zita” ( pietra della fidanzata).  Intorno a questo misterioso e affascinante “menhir ”, nasce la leggenda di una ragazza rapita il giorno delle nozze dai briganti, nel XVII° sec., assieme al fidanzato, e immolati a protezione di un tesoro di inestimabile valore, frutto di razzie e furti nei limitrofi territori e paesi nebroidei. Narra la leggenda che il tesoro sia occultato alla visione in virtù di un potente incantesimo realizzato col sangue dei due giovani sventurati.

Si racconta che nelle notti di luna piena si odano ancora le grida degli sventurati amanti. Intorno al megalite sembra si svolgessero, un tempo, gli orgiastici sabba di streghe e fattucchiere. Oggi rappresenta una stazione climatica di notevole interesse, punteggiata da antichi casolari, ricca di sorgive e di luoghi di estrema bellezza ed interesse per studiosi, esoteristi, cacciatori di tesori ed escursionisti.

4) – INSEDIAMENTO RUPESTRE DI  “PIETRE LONGHE”.

L’insediamento rupestre, di probabile origine paleolitica, sorge su un luogo ameno posto sul crinale del versante nord del paese. Colà insistono nume-rosi menhir e siti preistorici che rivestono particolare interesse storico e archeologico, ma di interesse esoterico giacchè il luogo fu sede di celebrazioni religiose misteriosofiche. Colà, infatti, venivano celebrati riti cosmogonici dai primitivi abitatori dei nuclei rurali.

5)  IL “SENTIERO DEI  MORI” 

La Regia Trazzera si snoda sulla dorsale che, partendo da Brolo e passando per Piraino e Monte Castelluccio, prosegue sino a Randazzo, attraverso il “ Sentiero dei Mori”. Il percorso veniva utilizzato già nell’XI° sec. durante il periodo della dominazione araba per favorire le attività commerciali in presenza di alcuni “Casali”, (borghi greci di Anzan, Menta e Saraceni) che costituirono i primitivi nuclei abitati fortificati del paese, di cui la vicina “ Rocca di bando” rappresenta il luogo da cui i Mori bandizzavano gli editti e i proclami dirette alle popolazioni greche sottomesse.

Il luogo di inenarrabile bellezza per il vasto ed ineguagliabile panorama che si gode, conferisce una vasta visuale che da Milazzo porta sino ai primi contrafforti di Monte Soro. Il percorso alquanto suggestivo per la sua morfologia e la presenza di odorosi campi di ginestre, antiche fontane, faggete, querce e cedui, riscuote ampio interesse naturalistico e storico ed è meta ambita di escursionisti a piedi e a cavallo ( è stato inserito da Italia Nostra e dal C.A.I. tra i circuiti europei) e di mountain-biker.

E’ previsto un progetto per attrezzare l’area con materiale ligneo (staccionate, tavoli e panchine), il recupero di vecchie fontane in pietra, la collocazione di gazebo e barbecue e la  creazione di laghetti artificiali animati per la fruizione da arte di gruppi di gitanti,  naturalisti, percorsi equestri, mountan-bikers e osservatori della natura e fauna. 

6) LA FOSSA DELLA NEVE  

Poste a circa 1.000 s.l.m., incastonate in uno splendido paesaggio, tra faggete e pareti a strapiombo, con le dirimpettaie isole Eolie che si stagliano sull’azzurro mar Tirreno, due concavità circolari (una a tergo di una diruta abitazione, e l’altra sottostante il punto trigonometrico segnato dall’Esercito Italiano) venivano destinate in epoche non molto remote alla conservazione della neve, raccolta e stoccata nel periodo invernale, sotto una spessa coltre di fieno, rami, foglie e sacchi di juta, per essere conferita nei caffè letterari, nei circoli culturali, club aristocratici e bar dei paesi costieri del messinese. Sintomatico della creatività, nella logica del profitto, la popolazione locale conferiva nei locali costieri, durante la stagione estiva, la neve per il confezionamento dei famosi sorbetti siciliani di gattopardesca memoria, trasportandola a dorso di muli addobbati con pittoresche bordure e variopinti campanelli.  

7)- IL PERCORSO DEL “ SETTIMO CIELO “

Al “Settimo cielo “, terra baciata dagli dei, si perviene dalla strada torrenziale che proviene da Gliaca di Piraino.

L’area si snoda, tra alberi secolari e frondosi castagneti pennellati dal rosso dei vigneti, che dal fondo valle conduce all’antico borgo di Provvidenza (terra prodiga di prodotti agricoli coltivati con sapienza antica) inserito in uno straordinario affresco naturale. Nella struttura recettiva (un antico casolare) provvista di albergo, ristorante biologico, piscina e dotata dei confort più moderni, è possibile trovare ospitalità, godere momenti di relax per ritemprare corpo e spirito, in un ambiente sano e distensivo, e gustare i genuini rustici della gastronomia locale. Una limitrofa chiesetta offre un valido esempio di architettura rurale che conferisce al luogo un mix di storia, leggenda, arte, misticismo e gastronomia dal fascino inusitato. 

Salendo lungo la frazione di Sillita si giunge,quindi, nel rustico villaggio di Fosso Pino, luogo panoramico caratterizzato da una lussureggiante macchia mediterranea. Alla sommità del versante, la strada conduce al sito megalitico di “ Pietra Zita”, luogo misterioso incastonato in un’area di incomparabile bellezza, punteggiata a tratti da assolate praterie, solcata da tortuosi  sentieri e frondosi boschi, vigneti, rustici casolari e cristalline acque di sorgente.

                          ITINERARIO  GASTRONOMICO.

 1)IL TOUR DEL SALAME.

 Il paese conserva gusti e sapori mediterranei di indubbio interesse fortemente radicati sul territorio e propone ricette della cultura contadina, tramandataci dai monaci Basiliani e dalle Clarisse. Tra questi  trova indiscutibile collocazione il salame “ S.Angelo” (nato intorno all’XI° sec.) che offre ai turisti l’opportunità di acquistare e degustare il prelibato insaccato dalle inalterate qualità organolettiche di un tempo.

All’interno del percorso gastronomico rurale, che si diparte dalla c/da Piano Croce per inoltrarsi tra le balze della frazione S.Marta, si incontrano 4 salumifici caratterizzati dall’osservanza di rigide regole produttive che si sposano con l’abile manipolazione discesa dalla sapienza antica, acquisita nel tempo dai Maestri salumai, e conferiscono al prodotto una piacevolezza ed un gusto inimitabili nel solco della secolare tradizione. 

2) IL TOUR DELLA PASTICCERIA ARABA.

Lasciati i salumifici di Piano Croce, ci si inerpica sino alle prime case del paese per giungere agli ultimi epigoni di un’arte millenaria. La pasticceria conserva, ancora, le antiche ricette della gastronomia araba che da secoli propongono “ i buccunetti”, “ i ‘nzuddi”, le “schuette”, “ l’attu “ pasquale, gli scardellini e le “ cuddure”, fondate sull’uso di canditi, spezie, aromi, glassati e latticini, prerogativa di soli altre due pasticcerie che, proseguendo lungo l’abitato, sopravvivono all’usura del tempo.   

           PATRIMONIO CULTURALE IMMATERIALE

S.Angelo di Brolo dispone di un ricco patrimonio  storico-artistico e architettonico ed un corredo di conoscenze e saperi immateriali sedimentati nella tradizione orale. Vi rientrano le festività religiose che offrono ai turista una residua traccia degli antichi riti di sapore agreste, bucolico, radicati nel periodo pre cristiano; un’affascinante testimonianza della ricchezza culturale e costumi di epoche lontane, di attività magico- religiose e folkloristiche, delle tradizioni e degli usi della gente di S.Angelo che permangono nelle celebrazioni di:

a) La “Festa dei Lauri“, il giorno dell’Epifania, rievocativa della Natività e delle cerimonie religiose che riecheggiano le liturgie greco– bizantino officiate dei monaci Basiliani;

b) Le “ novene”, antiche nenie intrecciate ai suoni melodiosi di originali strumenti popolari (la zampogna siciliana, la brogna, il piffero, la bifera, il mandolino, il marranzano, il flauto di Pan), dei nostri progenitori, eseguiti nel periodo natalizio da gruppi di musicisti e cantori popolari, alle prime luci dell’alba rievocatrici di mai sopiti sentimenti, intrisi di profonda solidarietà cristiana, amore, fraternità ed  ecumenismo.

c) Festa di S. Michele Arcangelo, assurto a patrono del paese (proposta dal 1084, data di fondazione dello stesso), in ringraziamento del miracoloso  intervento, in soccorso delle truppe normanne, del Principe delle celesti Milizie, nella battaglia delle “ Tre fontane”, che mise in fuga le atterrite schiere saracene, auspice della liberazione della Sicilia dalla dominazione dei Mori. 

d) Ben oltre 20 feste religiose che hanno il loro naturale svolgimento in corso d’anno in paese e nelle borgate, con riti, processione, musica, sagre, spettacoli e degustazioni gratuite, rappresentano il valore di una rievocazione di alto profilo storico, religioso e folkloristico.

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